Informazione / Comunicazione
Da una lezione tenuta all’Università di Foggia.
INFORMAZIONE: Informare, raccontare i fatti senza la volontà di ingannare. Per questo ad informare devono esserci esperti in buona fede che hanno la cultura e la libertà necessaria per distinguere se il racconto degli accadimenti è plausibile o improbabile.
CHE COSA VUOL DIRE COMUNICARE?
COMUNICAZIONE: Comunicare, descrivere un contenuto in maniera efficace. Per comunicare bene non è necessario trasmettere informazioni vere ma è essenziale farlo bene. All’interno della comunicazione c’è la pubblicità che non ha l’obiettivo di spiegare se un prodotto è buono ma solo di venderlo.
Nell’INFORMAZIONE quanto più rispettiamo il pubblico, offrendo un’informazione vera, chiara e completa, tanto più siamo autorevoli e credibili. Alla base dell’informazione c’è la credibilità dei fatti.
Nella COMUNICAZIONE si può anche essere parziali. Alla base della comunicazione c’è l’efficacia del messaggio.
L’efficacia implica una dose di emotività e sensazionalismo che accrescono la qualità della comunicazione e tolgono credibilità all’informazione. Distinguere l’informazione dalla comunicazione è essenziale per un buon servizio pubblico
La qualità dell’informazione
- Misurazione delle attese e delle reazioni del pubblico e misurazione della fiducia e della credibilità che i media riescono a infondere nel pubblico;
- Analisi dei contenuti e delle pratiche discorsive: chiarezza dell’esposizione, immediatezza, verifica delle fonti -> prossimità;
- Pluralità delle voci funzionale a garantire a tutti i cittadini le informazioni necessarie per esercitare i diritti di cittadinanza.
L’informazione pubblica contribuisce alla costruzione di un sistema democratico funzionale attraverso il confronto tra idee diverse. La qualità dell’informazione è uno degli indicatori del grado di democrazia di un Paese.
RILEVANZA: O peso della notizia è la capacità della notizia stessa di incidere o di cambiare il contesto politico, sociale o economico. Il Servizio Pubblico deve privilegiare l’esposizione di notizie relative a temi importanti per il dibattito pubblico, quindi le “notizie hard”, e relegare a un ruolo marginale le notizie che non creano dibattito, cosiddette “soft news”. Anche il peso della cronaca nera è relativo al dibattito sociale che innesca.
CONTESTUALIZZAZIONE: La capacità di andare oltre la semplice cronaca di un evento e di contestualizzarlo dentro un’analisi causale di lungo-medio termine. Utile distinguere tra notizie tematiche, quelle in cui l’evento è inserito in un più ampio sistema di relazioni di causa-effetto e notizie episodiche, quelle in cui viene riportato solo l’evento, senza alcun tentativo di contestualizzazione.
MEDIAZIONE: Il valore dell’informazione è determinato anche dalla scelta dal mezzo o della modalità produttiva: intervista, ripresa non mediata di filmati, testi e contenuti che rendono difficile la composizione di opinioni strutturate, servizi in desk prodotti dalle redazioni e analisi di commento/editoriali.
PROFESSIONALITÀ: Per misurare la professionalità si ricorre a due modalità: indicatori lineari: chiarezza nell’individuazione e nell’esplicitazione delle fonti utilizzate e asse semantico, che comprende ai due estremi una modalità di comunicazione cognitivo-razionale e una modalità di comunicazione emotiva-irrazionale.
DIVERSITÀ: La capacità del Servizio Pubblico di rappresentare il maggior numero possibile di aspetti della realtà: la diversità di contesti, misurabile attraverso l’analisi dei temi trattati, la diversità geografica, misurabile attraverso l’analisi dei luoghi di riferimento delle notizie trattate e la diversità sociale, misurabile attraverso l’analisi degli attori rappresentati e intervistati. La DIVERSITÀ aumenta la capacità del servizio pubblico di costruire coesione sociale.
QUALITÀ DELLE IMMAGINI: La scelta delle immagini influenza la capacità di raccontare l’evento trattato, di chiarirne le dinamiche e le conseguenze. Ad esempio l’utilizzo di immagini stereotipare o surrogate o riempitive trasmette un senso di vaghezza e indeterminatezza della notizia. Al contrario l’immagine specifica dell’evento trattato aumenta l’autorevolezza e la credibilità della notizia.
Una delle prime fake news con l’avvento di internet ci fu durante il derby Roma – Lazio del 21 marzo 2004. Prima della partita si verificano violenti incidenti tra ultras e forze dell’ordine. Fuori la Sud c’è un ragazzo steso in terra circondato dai poliziotti, in molti lo vedono e si diffonde la notizia che si tratta di un bambino travolto e ucciso da una camionetta della polizia. La presunta notizia comincia a diventare virale, alcuni siti ne parlano e rimbalza su tutti i telefonini dei tifosi, dentro lo stadio e fuori. Nonostante le rassicurazioni della polizia la curva Nord e Sud ritirano gli striscioni e all’unisono intonano in coro “assassini, assassini”. I leader della Sud scavalcano il vetro a bordo campo e vanno a parlare con il capitano Francesco Totti: la partita deve essere interrotta, subito. Il processo ai sette capi ultras della Roma che scesero in campo dice che l’azione non fu preordinata e che davvero la voce del bambino morto (oggi diremmo una fake news) era ritenuta vera da migliaia di persone presenti in quel momento all’Olimpico e che la mancata interruzione avrebbe potuto avere gravissime conseguenze sotto il profilo dell’ordine pubblico.
Il World Economic Forum nel 2013 ha inserito la DISINFORMAZIONE con le sue conseguenze tra le PRINCIPALI MINACCE GLOBALI. “Le FAKE NEWS sono incendi digitali fuori controllo in un mondo iperconnesso” L’Oxford Dictonary nel 2016 indicava come parola dell’anno “POST-VERITÀ” (post-truth), vale a dire un atteggiamento nei confronti dell’informazione che privilegia l’impatto emotivo e persuasivo, anziché l’aderenza ai fatti.
Diversi tipi di Fake News
CONTESTO INGANNEVOLE: Quando il contenuto reale è accompagnato da informazioni contestuali false. (Es.: nella prima campagna elettorale, Trump mostra una clip con decine di migranti mentre cercano di varcare un confine facendo credere si tratti di quello tra Messico e Stati Uniti. In realtà è il confine tra il Marocco e l’enclave spagnola di Melilla). Si tratta quindi di un contenuto vero usato volutamente in un contesto sbagliato.
CONTENUTO INGANNATORE: Il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti autorevoli (realmente esistenti) ma che sono in realtà false. Ad esempio alcuni siti, che permettono di realizzare con grande facilità questo tipo di fake news modificando pagine web pre-esistenti. (Es.: sul sito LA REPUBLICA (con una una B sola) vengono diffuse informazioni usando la credibilità del sito La Repubblica).
CONTENUTO FUORIVIANTE: Si tratta di contenuti reali, che sono però associati a informazioni e notizie false o fuorvianti, associate al contenuto principale per rafforzarlo. Il contenuto parte quindi da un’informazione reale ma è condito dettagli pretestuosi (o direttamente) falsi al fine di ingannare il lettore. (Es.: tutta la campagna dei No vax)
CONTENUTO MANIPOLATO: Si tratta di situazioni in cui le immagini ed i video sono deliberatamente manipolati con tecniche di editing digitale, al fine di trasmettere un’informazione falsa facendola passare per vera. Tra le più note il deep fake di cui anche Papa Francesco è stata vittima.
“La simulazione distorce il rapporto con gli altri e la realtà”
Papa Francesco, messaggio per la 58esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.
COLLEGAMENTO INGANNEVOLE: Meglio noto come «clickbaiting», è relativo all’uso di titoli o immagini di impatto che in realtà non hanno nessun legame con il contenuto del link. Hanno lo scopo di generare traffico (numero di collegamenti) su una specifica pagina web così da trarre profitto con le rendite pubblicitarie.
CONTENUTO TOTALMENTE FALSO: si tratta dei contenuti totalmente falsi, inventati per screditare una persona pubblicamente esposta, creare indignazione intorno ad un avvenimento, al fine di spostare l’attenzione su specifiche posizioni politiche o per generare flussi di traffico per fini di profitto. (Es.: nel 2016 il finto l’endorsement di Papa Francesco nei confronti di Donald Trump.)
COSA RESTA DI STAMPA E DELLA TELEVISIONE NELL’ERA DIGITALE?
Se a questa frase di Malcolm X sostituiamo la parola stampa con la parola social capiremo che l’era digitale nasconde le stesse insidie del 1964.
I giornalisti in ogni Paese sono delle sentinelle preziose della democrazia e – qualsiasi colore abbia – un buon indicatore della salute democratica di un Paese è vedere come tratta i propri giornalisti che spesso sono il primo appetito di un concetto di potere malato.
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