I diversi tipi di Fake News
CONTESTO INGANNEVOLE
Quando il contenuto reale è accompagnato da informazioni contestuali false. (Es.: nella prima campagna elettorale, Trump mostra una clip con decine di migranti mentre cercano di varcare un confine facendo credere si tratti di quello tra Messico e Stati Uniti. In realtà è il confine tra il Marocco e l’enclave spagnola di Melilla). Si tratta quindi di un contenuto vero usato volutamente in un contesto sbagliato.
CONTENUTO INGANNATORE
Il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti autorevoli (realmente esistenti) ma che sono in realtà false. Ad esempio alcuni siti, che permettono di realizzare con grande facilità questo tipo di fake news modificando pagine web pre-esistenti. (Es.: sul sito LA REPUBLICA (con una una B sola) vengono diffuse informazioni usando la credibilità del sito La Repubblica).
CONTENUTO FUORIVIANTE
Si tratta di contenuti reali, che sono però associati a informazioni e notizie false o fuorvianti, associate al contenuto principale per rafforzarlo. Il contenuto parte quindi da un’informazione reale ma è condito dettagli pretestuosi (o direttamente) falsi al fine di ingannare il lettore. (Es.: tutta la campagna dei No Vax)
CONTENUTO MANIPOLATO
Si tratta di situazioni in cui le immagini ed i video sono deliberatamente manipolati con tecniche di editing digitale, al fine di trasmettere un’informazione falsa facendola passare per vera. Tra le più note il deep fake di cui anche Papa Francesco è stata vittima. “La simulazione distorce il rapporto con gli altri e la realtà” Papa Francesco, messaggio per la 58esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali.
COLLEGAMENTO INGANNEVOLE
Meglio noto come «clickbaiting», è relativo all’uso di titoli o immagini di impatto che in realtà non hanno nessun legame con il contenuto del link. Hanno lo scopo di generare traffico (numero di collegamenti) su una specifica pagina web così da trarre profitto con le rendite pubblicitarie.
CONTENUTO TOTALMENTE FALSO
si tratta dei contenuti totalmente falsi, inventati per screditare una persona pubblicamente esposta, creare indignazione intorno ad un avvenimento, al fine di spostare l’attenzione su specifiche posizioni politiche o per generare flussi di traffico per fini di profitto. (Es.: nel 2016 il finto l’endorsement di Papa Francesco nei confronti di Donald Trump.)
Estratto da una lezione tenuta all’Università di Foggia.
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